Una tenera storia che risale al periodo della Seconda Guerra Mondiale. Potremmo considerarla una delle tante che si sono vissute nella campagna lucana, ma questa ha il pregio di essere stata riportata su carta dalla felice penna dell’Autore che ce la fa vivere fino a sentire sapori ed odori del tempo, emozioni ormai perse, caparbia voglia di riscattarsi dalla miseria. E in questo Antonio Lanza è maestro: ridare dignità a un popolo che ha lottato a lungo per guadagnarsi il proprio posto al sole, affrontando a viso aperto i propri nemici e disdegnando gli arrivismi che inevitabilmente ogni generazione ripropone come sale della società.

Antonio Lanza è nato in Basilicata a Pescopagano (Pz), dove ha svolto attività di insegnante in un Istituto Professionale che ha anche diretto fino al 2003. Laureato in Sociologia, ha avuto sempre a cuore problemi della sua gente. I suoi precedenti romanzi sono: Dominique (1967) e La rabbia del vento (2002). Attualmente alterna la sua dimora tra Pescopagano e Roma, dove frequenta circoli culturali. Con Armando Siciliano ha già pubblicato Il gabbiano vola basso (Messina 2010).

In copertina:
David Friedrich Caspar (1774-1840).