«Due grossi quaderni con copertina nera e tagli superiore, concavo e inferiore rossi, del tipo di quelli che negli anni Sessanta del secolo scorso venivano usati dagli studenti e da professionisti per ricerche, appunti e scritture varie di una certa corposità e importanza, riposti in una credenza alla rinfusa insieme a libri di vario genere, destinati al macero in qualche discarica, per liberare la casa che stava per essere alienata, dopo la morte di Arnaldo Celeste, figlio dell’estensore di queste memorie.
Due quaderni salvati per puro caso grazie alla curiosità intellettuale del sottoscritto, desideroso di rendersi conto delle ragioni di un’autobiografia scritta quasi di getto, forse perché a lungo meditata, da un quasi illetterato, Pietro Paolo Celeste, venuto al mondo a ridosso del Novecento e costretto a interrompere gli studi qualche mese prima della conclusione della quinta elementare per la morte prematura del genitore …
Una testimonianza non priva, qua e là, anche di innocui e ingenui spunti autocelebrativi, che può tuttavia aiutare a meglio capire alcuni dei meno eclatanti caleidoscopici aspetti del Novecento, il secolo tutt’altro che breve, sconvolto dalle guerre mondiali, dalle ideologie di morte che hanno generato i lager nazisti e gli arcipelaghi gulag comunisti. Un secolo salvato, forse, proprio da tante comuni esperienze di vita di persone, come quella di Pietro Paolo Celeste, che ha interpretato l’esistenza come il luogo dell’impegno personale alla ricerca di una realizzazione personale senza eclatanti intraprese, ma sempre umanamente dignitosa» (dalla Nota del Curatore).

Angelo Fortuna, nato ad Avola (Sr), vive ed opera a Noto. Laureato in Lingue e Letterature straniere, già docente di Francese negli Istituti Superiori e dirigente scolastico nei Licei, è giornalista fin dai primi anni ‘70, tiene rubriche di cultura, attualità e varia umanità su diversi periodici. Ha dato alle stampe numerosi saggi di critica letteraria, racconti e traduzioni. Per i nostri tipi, ha già pubblicato: Tina Di Lorenzo, il fascino e l’arte della Encanta­dora (2003), Accadde a Cava Grande, gocce di rugiada su sentieri erbosi (2007), Giuseppe Cassone e Margit Hirsch: un amore cosmico (2010).