«È un’atmosfera familiare quella che si respira leggendo Lu mèricu a la riversa. Sin dai suoi primi versi, come venticello amorevole, questa raccolta è sensibilità di esperienza dai sapori antichi. Del resto, l’avventura letteraria di Francesco Federico – prima in prosa e adesso in poesia – sembra essere vissuta in parallelo con la sua stessa esistenza.
Federico è autentico animo siciliano, la sua poesia è corteccia isolana di inconsueta efficacia. Ed è il suo spirito genuinamente siciliano a rendere i suoi versi poesia di valori e non di parole evanescenti, emozione chiusa nel cuore che, attraverso sintonie semplici e schiette, rompe gli argini per universalizzare turbamenti e commozioni, emotività e coscienza. Così restituisce alla parola quell’innocenza che trabocca di suoni e di colori.
Volendo rappresentare uno schema dell’itinerario poetico che l’autore percorre in questa silloge, potrei indicarlo come sintesi di contenuto biografico, sociale, psicologico, antropologico, esistenziale, per certi versi anche spirituale e religioso» (dalla Prefazione di Caterina Mangiaracina).

Francesco Federico, commediografo, attore e regista teatrale, è nato a Castelvetrano (Tp), ha vissuto la sua gioventù a Campo­bello di Mazara (Tp) e in seguito si è trasferito a Milano per lavoro. Nel 2005 si sposa e dopo un anno torna nella sua amata Sicilia, a Galati Mamertino (Me), dove gestisce con la sua nuova famiglia “La Bettola”, trattoria tipica dei Nebrodi.
Ha già pubblicato con Armando Siciliano la tetralogia L’albero e la rama, composta da: L’albero e la rama (2011) – Profumo di zagara (2009) – Le radici della malapianta (2010) – I frutti del paradiso (2011). Infine, la raccolta etno-antropologica Cosi e cunti di Galati e San Basilio (2012).

In copertina:
Salvo Caramagno, Leggendo il giornale, olio su tela, 40×40, coll. privata.