«Il nostro paese, Campobello di Licata, nasce, vive, cresce nella cultura delle sue tradizioni popolari, che si sono trasmesse di generazione in generazione; un patrimonio vasto e ricco di contenuti che i nostri antenati han­no creato e conservato nel tempo del passato che non muore, che rivive ogni volta che la nostalgia lo va a trovare ed improvvisamente te lo ritrovi da­vanti nei racconti, nella memoria di chi l’ha vissuto e li trasporta in un presente frutto del passato che vuole ricordare, che vuole sapere chi è, da dove viene, cosa è stato, per ripartire sicuro verso il futuro.
Ogni paese vive arroccato nelle sue tradizioni, nelle sue abitudini che di­ventano usanze, modi di vivere che con l’andare del tempo formano una cultura popolare che plasma l’identità di un contesto am­bientale e sociale.
Noi siamo il prodotto di questo vissuto, degli anni che ci hanno portato sino ad oggi, impercettibilmente ma inesorabilmente, con un ba­ga­glio sempre più pesante di memorie e di patrimonio etnico-culturale.
Per ritornare indietro ci vuole poco, basta chiudere gli occhi e ritrovarsi con la mente nella grande valle d’eco del passato che moltiplica mille ricordi in un istante. Basta un focolare acceso, una vecchia, cara nonnina che ha sem­pre voglia di ieri, di tempi scomparsi nell’oblio del presente, e dei nipotini curiosi ed attenti che hanno nostalgia di un qualcosa mai avuto, mai provato, ma che appartiene loro sia per tradizione, sia per un sentimento atavi­co che si perde nella buia notte dei tempi» (da “Il nostro paese”).

Lina Infuso, nata a Caltanissetta nel 1960, vive e lavora a Campo­bello di Licata. Da sempre scrive poesie ed ha partecipato a diversi concorsi e premi con lodevoli risultati.
Negli anni recenti si è dedicata al recupero della memoria orale della propria cittadina, approfondendo in maniera particolare i vecchi cunti che gli anziani ancora ricordano. Lu mali di la luna (che contiene cunti della vita di tutti i giorni) è il secondo volume di una raccolta che è iniziata con Storie di malandrini e scassapagliara (cunti di malavita) e seguirà con Lu carusu di la miniera (con ancora cunti, preghiere, proverbi, modi di dire, detti e sentenze della sua gente) e Sapori antichi (ricette delle nonne campobellesi).