«Il mastro è mastro e il padrone è capomastro!».
Così si verificò che la fontana di marmaro pretesa al centro del cortile circondato dalla costruzione, era così grande che a stento si sarebbe potuto passare, una volta collocata all’interno.
Descriverla è facilissimo: la base era alta un metro e di forma cilindrica e la parte superiore che vi si poggiava sopra, di forma circolare, aveva sei metri di diametro.
Per i marmurara che avevano tagliato i blocchi, erano crapicci di un arricchito, per l’artista a cui il barone aveva commissionato l’opira, era un albero di limoni di nove metri, per i colti abitanti della città era Dafne già mutata in albero di alloro, ma l’interpretazione più bella e colorita la dava proprio il marchese d’Arancio al circolo dei nobili:
«La chissa d’un piccione che non andava di corpo da vent’anni!».

Francesco Federico, commediografo, attore e regista teatrale, è nato a Castel­vetrano (Tp), ha vissuto la sua gioventù a Cam­po­bello di Mazara (Tp) e in seguito si è trasferito a Milano per lavoro. Nel 2005 si sposa e dopo un anno torna nella sua amata Sicilia, a Galati Mamertino (Me), dove gestisce con la sua nuova fa­mi­glia “La Bettola”, trattoria tipica dei Nebrodi.
La tetralogia L’albero e la rama, è composta da: L’albero e la rama (2011) – Profumo di zagara (2009) – Le radici della malapianta (2010) – I frutti del paradiso (2011).