Contrariamente a quanto succede oramai in tutto il mondo, la fuga dei cervelli dai paesi più poveri a quelli economicamente “più evoluti”, il protagonista di questo romanzo ottiene la laurea in medicina con uno scopo fondamentale: aiutare il proprio paese a vivere meglio. Fa quindi il percorso inverso, “riemigra” nella sua terra d’origine per scoprirne giorno dietro giorno gli odori, i sapori, la voglia di scommet­tersi lì dove è più difficile ma più necessario. Ed ai vecchi valori, in buona parte utili anche nella seconda metà del Ventesimo secolo, coadiuvato molto bene in questo dal vecchio zio e dalla sua discretamente onnipresente “perpetua”, deve aggiungerne anche di nuovi, che personalizzino la sua vita: una ragazza da sposare e un obiettivo prin­cipe tra quelli da raggiungere grazie alla sua professione: “ridare vita” a un ragazzo che il destino ha obbligato a vivere per sempre su una sedia a rotelle …

Antonio Lanza è nato in Basilicata a Pescopagano (Pz), dove ha svolto attività di insegnante in un Istituto Professionale che ha anche diretto fino al 2003. Laureato in Sociologia, ha avuto sempre a cuore problemi della sua gente. I suoi precedenti romanzi sono: Dominique (1967) e La rabbia del vento (2002). Attualmente alterna la sua dimora tra Pescopagano e Roma, dove frequenta circoli culturali. Con Armando Siciliano ha già pubblicato Il gabbiano vola basso (Messina 2010) e Un fiore sulla collina (Messina 2013).

In copertina:
Arnaldo Ferraguti (1862-1925), Alla vanga, 1891, olio su tela, 292×643, Museo del Paesaggio, Pallanza (Vb).