Nell’antichità l’epilessia era concepita come una punizione dettata da un volere supremo. Le perifrasi ad essa attribuite si perdono nella notte dei tempi. Un importante excursus storico ci ha consentito di dimostrare come l’interpretazione sociale dell’epilessia il più delle volte sia stata legata a svariate forme di misticismo, lasciando spazio ad ingiustificati preconcetti.
Il caso clinico preso in esame vuole mettere in risalto alcuni dei molteplici aspetti correlati alla patologia, dall’atteggiamento della famiglia a quello della scuola, e le inevitabili implicazioni sociali e re­lazionali. Cercando di dimostrare, attraverso i più re­centi contributi della letteratura scientifica, che i disturbi dell’apprendimento, a cui questi soggetti vanno incontro, siano riconducibili a diversi fattori. Il più importante è l’implicazione del processo di memoria.
Indispensabile quindi la realizzazione di un percorso, non esclusivamente fondato sulla terapia farmacologica, ma che invece attui un intervento didattico e rieducativo.

Miriam Grasso, nata a Messina nel 1974, si è laureata in Scienze dell’Educazione a Messina con indirizzo Educatore Pro­fes­sionale Extra Scolastico. Ha fatto un Corso di perfezionamento post laurea in “Neuropsicopatologia dell’apprendimento in età evolutiva” presso la Facoltà di Medicina del Policlinico Universitario di Messina. È dottore di ricerca in Didattica e Tecnologie dell’Istruzione.