«Prima di sapere ciò che era successo io l’ho visto. Ho sentito la sua chitarra nella sua stanza, e poi la sua voce. Era di là e cantava. Era morto. In quel momento ho saputo. Lui ha alzato gli occhi e mi ha detto: “… non ti lascio, non mi perdo la mia bambina. Io sto con voi”.
La televisione stava raccontando di un incidente, un aereo diretto a Palermo e partito da Bologna, a Ustica è successo qualcosa, tutti morti.
Ascoltavo e guardavo Riccardo: «… il mio corpo ora è nel mare, ma la mia anima, come sempre, è qui con te», lui diceva.
“Il mare, il mare me lo ha ripreso davvero”, pensavo.
Il mare ora lo custodisce nel suo ventre. Come nel mio io custodisco la nostra bambina. Il suo corpo è laggiù. Lui è qui con me. Ancora.
Non ho pianto. Non piango per la morte, io. La morte e la vita scorrono sullo stesso filo, che non si può spezzare. In maniera diversa lui è ancora qui. Lo sarà fino a quando potrà, poi andrà verso la sua nuova vita.
Ed io rimarrò qui, ancora. Devo vegliare su Jamara. Non succederà a lei di essere una bambina sola, come lo sono stata io. Sarò con lei, e l’aiuterò a crescere, l’aiuterò a capire i suoi poteri, e solo quando sarà pronta io lascerò questo palcoscenico. E andrò verso il prossimo.
Dove so che lui mi starà aspettando» (dall’arcano “il Giudizio”).

Lucia La Macchia, nata a Messina, ha vissuto la sua infanzia, fino ai dieci anni, a Dinami, «… Lì è nato il mio contatto con la natura così forte. Era un paese povero ma ricchissimo di anime. Li papà faceva il medico condotto»., per poi frequentare le scuole medie e superiori ad Arezzo e l’Università a Milano. «Mi piace il mistero e sentirmi vicina all’universo e ai suoi di misteri».

In copertina:
Frieda Harris, I Tarocchi di Thoth di Aleister Crowley, 1938-1942, “Completion”, 4 di Bastoni, arcani minori.