«Landro è uomo di popolo. Scrittore, poeta di vibranti versi in dialetto, uomo e artista alla costante e, a volte, dolorosa ricerca di sé stesso. Se una delle componenti fondamentali dell’Arte è la co­mu­nicazione, l’Autore comunica senza veli, senza sovrastrutture; con quella immediatezza e potenza tipiche dell’arte naïf. Si cadrebbe in errore a leggere nell’opera di Pippo Landro una qualche nostal­gia per tempi lontani. Egli, al contrario, non cade (e non scade) mai nel facile folklorismo della riproposta nostalgica. Tutti i personaggi di questa sua opera esistono, con una loro tangibile realtà, nella sua mente: vivi, definiti, avvolti in dubbi e sicurezze e trovano, naturalmente, una loro collocazione concreta nel mondo reale attraverso gli scontri, a volte dialettici a volte fisici. Scontri che serviranno, all’insa­puta di tutti i personaggi, a trovare quell’ordine naturale delle cose che darà un posto e una dignità a ciascuno di loro, fino a far diventare lo scontro in “‘ncontru”» (dalla Postfazione di Delfio Plantemoli).

Giuseppe Landro è nato a Ficarra, dove vive e lavora. Sin da piccolo ha scritto poesie, di solito stimolato da qualche colpo di fulmine. Ha già pubblicato varie raccolte di poesie con editori diversi. Questa è la prima volta che si accinge a un’opera teatrale.