Questa raccolta di poesie costituisce una prosecuzione logica delle questioni legate all’analisi della natura umana, dei suoi invalicabili limiti, allorché l’individualismo incrocia sul proprio cammino il potere o quando diviene strumento di lotta per la sopravvivenza. Tale brutalità risulta evidente in un’’espressione della poesia “Primitive gerarchie” «l’umanità alla clava legata non si riscatterà». L’analisi si estende alle vicende e alle personalità che odiernamente soffocano questa nazione, ed ai loro figli, ri­stretti in quel piccolo spazio che assume la forma e la so­stanza di un deserto. Netto ed evidente il conflitto generazionale che determina la scissione dell’attuale nazione in due: quella dei figli e quella dei padri. L’autore giunge infine a considerare indubbie le dolose re­sponsabilità dei padri nel disfacimento dell’Italia.

Domenico Germolè, nato a Messina nel 1978, vive a Villafranca Tirrena e svolge la professione di avvocato.
Ha già pubblicato con la stessa casa editrice un’altra raccolta di liriche, Masse di barbari ignoranti (Messina 2005).

In copertina: foto di Rita Malta.