Un romanzo d’altri tempi? Il periodo in cui si svolgono i fatti qui raccontati è quello che segue la fine della Prima Guerra Mondiale, con in corso l’epidemia di Spagnola che contribuirà anch’essa a decimare la popolazione. I luoghi? L’agrigentino, con paesi non citati ma che si intuisce quali possano essere e poi “la Merica” quella in cui sta la democrazia, quella in cui si spera di potersi rinnovare dando un colpo di spugna al passato.
L’identità negata è il vero tema del romanzo … negata in Sicilia da un sistema barbaro che vedeva le figlie prima oggetto di vendita da parte delle famiglie e sempre oggetto di possesso da parte del maschio … in un mondo che dice sempre di far progressi e poi, lampedusianamente, si pone con le stesse modalità: “l’identità negata”.
Della protagonista del racconto possiamo anticipare che i suoi magici capelli sono intrisi della “magarìa” siciliana, il suo cuore è alla ricerca di una melodia ululata alla luna che è balsamo per l’anima inquieta, mentre la sua risoluta tenacia dà voce a tutte quelle “fimmine” d’ogni luogo e tempo che decidono di sfuggire ai propri aguzzini e di affrontare il personale viaggio verso la libertà avendo come unico timone il proprio intelletto e un cuore che trasuda amore.

Antonella Vinciguerra nasce ad Agrigento e trascorre la sua adolescenza a Favara. All’età di 22 anni si trasferisce a Palermo, dove inizia e completa gli studi di Scienze politiche, e poi a Monreale dove risiede; tuttavia ella non perde mai la sua “agrigentinità” e il suo viscerale amore per il mare di San Leone, il cui profumo la segue in tutte le sue opere.
Da buona agrigentina coltiva da sempre la passione per il teatro, la lettura e la scrittura sia in campo professionale che perso­nale. Ha già pubblicato due romanzi, Fimmini e Germogli di porpora (Epsil, Floridia 2017).